L’ascoltare.
Monologo. Mi trovo alla stazione del treno. C’è il sole, ma fa abbastanza freddo. Altoparlante in corso. Voce forte. Voce abbastanza metallica. Mi concentro. Esisto solo io e quella voce ignota. Cerco di discriminare le lettere e le parole aiutandomi dal tono di voce. Mannaggia all’omino alle mie spalle che ha schiacciato rumorosamente una bottiglia di plastica vuota per buttarla nel cestino. Ecco adesso non sono sicura se quella voce metallica e ignota ha detto “ritardo” o no. Mi guardo intorno. La situazione sembra abbastanza tranquilla. Nessuna faccia di preoccupazione o di impazienza. Almeno credo. Controllo lo schermo di una tipica televisione di anni 60 fissata in alto su una colonna. La qualità dei pixel è proprio ottima! Sembra che non ci sia nessuna variazione per il mio treno. Controllo due volte. Ma anche tre. Pare che “ritardo” sia stata un allucinazione uditiva. Staremo a vedere. No anzi, aspetto un altro pò poi chiederò a qualcuno. Cinque minuti. Fischio del treno. Ah eccolo è arrivato! Nessun ritardo allora. Salgo. Accessibilità, Autonomia, Fruibilità, Tecnologia moderna, Inclusione. E ho detto tutto. C.G.
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